Il 16 giugno 1976 la polizia attuò una dura repressione e massacrò almeno 100 dimostranti. La rivolta ebbe risonanza ed emulazioni in tutto il Paese e si contarono un migliaio di vittime.
Il Movimento di Biko si differenziava dall'African National Congress (ANC) perchè sebbene fosse più estremista, era basato sui principi della nonviolenza. Sembra però che nel 1977 stesse preparando un incontro segreto con Oliver Tambo, futuro presidente dell'ANC e forse per questo l'Autorità decise di arrestarlo.
Il 18 agosto del 1977 fu arrestato presso un posto di blocco dalla polizia sudafricana ed il 6 settembre venne sottoposto ad un durissimo interrogatorio, durante il quale venne pesantemente percosso. La polizia sostenne che le lesioni erano state procurate dal prigioniero stesso, che si divincolava troppo.
Al peggiorare delle condizioni l'11 settembre venne trasferito in un ospedale di Pretoria, a più di 1000 km dal carcere in cui si trovava a Port Elisabeth.
Morì il giorno dopo e le fonti ufficiali della polizia sostennero che il decesso era da attribuirsi a un prolungato sciopero della fame. La giornalista Helen Zille (capo attuale del principale partito d'opposizione, l'Alleanza Democratica) riuscì però a dimostrare che la morte era stata provocata dalle torture.
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